Da circa un mese sono iniziate le attività di monitoraggio con il sistema BRUV e le prime settimane sono state particolarmente impegnative.
Per quanto possa apparire facile calare sott’acqua un cavalletto con una telecamera, la realtà si è rivelata essere ben diversa.
Mabb è un progetto di Blue Conservancy, per maggiori info sul progetto visita la pagina MABB (Marine Animal Biodiversity Bruv).
Le prime difficoltà
La forte corrente che abbiamo incontrato in diverse occasioni ci ha obbligato ad apportare alcune modifiche ai BRUVs per renderli più pesanti e veloci durante la discesa e per evitare che la corrente potesse influenzare il corretto posizionamento sul fondale.

Anche per la preparazione della pastura, ovvero l’esca a base di pesce che serve ad attirare i pesci vicino alla telecamera, abbiamo dovuto fare diverse prove e tentativi.
Inizialmente abbiamo optato per una pastura per la pesca sportiva; uno sfarinato a base di sarda mescolato con pellet di pesce liofilizzato tuttavia la mancanza di una parte oleosa che si potesse sprigionare nell’acqua ha reso questa prima mescola inefficiente.
Nelle settimane abbiamo quindi iniziato a preparare e sperimentare diverse mescole.
Il secchio degli scarti della pescheria è diventato una dispensa di ingredienti diversi per provare a comporre e assemblare nuove tipologie di pastura. Per ora abbiamo ottenuto i risultati migliori frullando teste di pesce azzurro, interiora di totani e teste di gambero.
I grassi e gli oli che si liberano dal pesce frullato una volta inserito nel pasturatore e calato in acqua dovrebbero essere un richiamo irresistibile per centinaia di pesci eppure durante le prime 6 uscite abbiamo collezionato ore di registrazioni a sfondo blu.

Le prime immagini subacquee
Il monitoraggio è iniziato regolarmente in due secche molto estese, tra le enormi distese di sabbia caratteristiche del tratto ionico calabrese.
Le secche, costituite da scogli e poseidonia, dovrebbero ospitare un via vai di centinaia di pesci di diverse specie, un po’ come in una grande metropoli dove le persone e le macchine sfrecciano avanti e indietro per le strade.
Tuttavia in più di 10 ore di registrazioni in punti diversi i risultati sono stati scoraggianti.
Ci aspettavo nuvole di pesci attirati dalla pastura e invece abbiamo documentato solo la presenza di alcune murene, qualche sarago maggiore e gli immancabili vermocani.

In parte ci aspettavamo questo risultato ma mai avremmo immaginato che queste due secche fossero così vuote e inabitate.
Continuiamo a uscire in mare, calare i Bruv, registrare e collezionare riprese e dati. E continueremo ad aggiornarvi sui risultati ottenuti.
Vogliamo far vedere cosa sta succedendo al nostro mare e continueremo a fare di tutto per portare in superficie un problema di cui si parla troppo poco: i pesci in mare sono sempre di meno.
2 risposte
Buongiorno, ringrazio per il vostro operato che è molto importante.
Volevo sapere in quali zone avete effettuato il lavoro e a quale distanza dalla spiaggia.
Inoltre il 10.8 nella spiaggia a Bova Marina sotto la Madonna del Mare un vicino allo scoglio si sono spiaggiati un banco di pesci che poi abbiamo cercato di salvare rimettendoli in mare. C’è una possibile causa o magari è un evento causale?
Buongiorno Cinzia, stiamo lavorando sull’area del Parco Marino Costa dei Gelsomini, che va da Punta Spropoli a Capo Bruzzano. Per quanto riguarda i pesci spiaggiati, senza ulteriori info come per esempio specie e quantità, non sappiamo rispondere. Potrebbero essere pesci morti a causa della pesca a strascico. Saluti.