Plastic Pollution

Plastic pollution è un progetto di Blue conservancy che ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza riguardo al reale impatto dell’inquinamento da plastica. Vogliamo scoprire quali sono i rifiuti che si disperdono maggiormente sulle spiagge; per questo raccogliamo e cataloghiamo le diverse tipologie di plastiche con l’obiettivo di dargli nuova vita.

La Crisi dell'Inquinamento da Plastica

L’inquinamento da plastica è diventato una delle sfide ambientali più urgenti e rilevanti del nostro tempo. Ogni anno, milioni di tonnellate di plastica finiscono nei nostri mari, fiumi, foreste e persino nell’aria che respiriamo.

La plastica non solo persiste per centinaia di anni nell’ambiente, ma si scompone in microplastiche, infiltrandosi nei cicli alimentari e contaminando ogni livello degli ecosistemi.

Blue Conservancy è impegnata attivamente nella lotta contro questo gravissimo problema ambientale.

I numeri

Ogni anno, solo nel mediterraneo, vengono disperse più di 229 mila tonnellate di plastica. É come se ogni giorno venissero svuotati in mare 500 container pieni di rifiuti plastici.

L’80% dei rifiuti presenti in mare è costituito da materiali di plastica monouso: sacchetti, bottiglie di plastica, contenitori per alimenti e involucri di cibo sono tra gli oggetti più diffusi ma non solo…

Anche l’industria della pesca contribuisce significativamente al problema; reti abbandonate, lenze, galleggianti, cordame e cassette di polistirolo, sono solo alcuni degli oggetti che vengono regolarmente dispersi dai pescherecci.

Per avere un’idea riguardo alla portata del fenomeno, basta considerare che la famosa isola di plastica situata nell’oceano pacifico (Great Garbage Pacific Patch), è costituita da rifiuti plastici che per l’86% derivano dalle attività di pesca.

Blue Conservancy è un associazione che si pone tra i principali obiettivi la conservazione degli ecosistemi marini. La nostra missione è proteggere gli oceani da tutte quelle attività antropiche che ne minacciano la sopravvivenza, tra cui la pesca e l’inquinamento. Sogniamo un futuro dove l’uomo possa convivere senza arrecare alcun danno agli ecosistemi marini e per questo siamo impegnati in diversi progetti a difesa del mare, uno su tutti il Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone.

Impatti sull'Ambiente e sulla Vita Selvatica

L’inquinamento da plastica ha impatti devastanti sull’ambiente e su tutti gli esseri viventi.

Gli animali marini ingeriscono plastica confondendola con il cibo, causando sofferenza, morte e danni irreversibili.

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un incremento delle tartarughe che arrivano nel nostro centro di recupero a causa della plastica.

Intrappolamento

Ogni anno recuperiamo decine di tartarughe con problemi dovuti all’intrappolamento in rifiuti plastici.

Che siano reti, lenze o sacchetti di plastica una volta attorcigliati agli arti portano in una sola direzione: morte o amputazione.

Nel 2020 abbiamo assistito ad una delle scene più emblematiche e rappresentative di questo problema: il passaggio di Coda Mozza, un esemplare di balenottera comune che ha perso la coda a causa di una rete da pesca abbandonata.

Penny è un piccolo di Caretta caretta nato da circa venti giorni. Recuperato perché in difficoltà dal Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone, dopo alcuni giorni di degenza ha iniziato a defecare piccoli frammenti di plastica.

Ingestione

L’intrappolamento non è l’unico problema, frammenti di plastiche di vario tipo spesso vengono scambiati per cibo e ingeriti, causando una morte lenta e dolorosa. 

Nel caso delle tartarughe marine, l’ingestione di plastica può andare a sommarsi ad altri problemi rendendo più difficile il processo di guarigione delle tartarughe ricoverate nel nostro centro di recupero.

Grazie a tutti voi!

Negli anni grazie all’aiuto di centinaia di volontari abbiamo raccolto dalle spiagge della costa dei gelsomini, tonnellate di rifiuti.

Nuovi obiettivi

Blue Conservancy è sempre pronta a porsi nuove sfide. Per il 2024, con il progetto Plastic Pollution, raccoglieremo nuove informazioni sulla plastica che recuperiamo e cercheremo di darle una nuova vita.

Insieme ai partecipanti alla Sea turtles experience 2024 porteremo avanti le attività di beach cleaning che verranno integrate con un nuovo progetto di monitoraggio volto ad analizzare la plastica raccolta per scoprire di più sulla sua provenienza e capire il reale impatto di questa grave minaccia per la natura.

Fino ad oggi abbiamo ripulito centinaia di chilometri di spiagge limitandoci a smaltire regolarmente la plastica raccolta, continueremo a farlo ma vogliamo fare di più.

Si fa presto a dire plastica ma in realtà ne esistono diverse tipologie, dal polietilene tereftalato (PET), usato per bottiglie, tappi e sacchetti, al Polivinilcloruro (PVC) fino ad arrivare al diffusissimo Polistirolo (PS).

Abbiamo allestito un piccolo centro di raccolta all’interno della nostra struttura, in questo modo potremmo dividere e catalogare le varie tipologie di plastiche che raccogliamo.

Quali sono le materie plastiche più diffuse sulle spiagge dello Ionio? Da dove arrivano? Come possiamo ridurre l’impatto ambientale di questi inquinanti?

Vogliamo raccogliere più informazioni possibili e raccoglierle in un report che verrà pubblicato a fine stagione.

Inoltre, differenziare al meglio ci permetterà di raggiungere il nostro nuovo obiettivo: trasformare la plastica che raccogliamo in nuovi oggetti che saranno testimonianza del nostro operato.

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Da sempre in prima linea

Blue Conservancy è in prima linea nella difesa degli ecosistemi marini; in più di 15 anni insieme ai centinaia di volontari che ogni estate partecipano alle nostre attività, abbiamo rimosso e smaltito tonnellate di rifiuti plastici evitando che potessero diventare una minaccia la vita

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