Testi Edoardo De Pasquale
Se in milioni di anni sono riuscite ad adattarsi e a sopravvivere ai cambiamenti ambientali oggi le condizioni di vita per questi affascinanti rettili marini sono cambiate drasticamente;
pesca intensiva, inquinamento e perdita di habitat hanno portato le tartarughe marine sull’orlo dell’estinzione.
Nel mondo esistono 7 specie di tartarughe marine e tutte sono inserite nella lista rossa dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Nel Mediterraneo sono presenti 3 delle 7 specie: la Caretta caretta; la Chelonia mydas; la Dermochelys coriacea
La specie è distribuita nelle acque temperate e tropicali di tutti gli oceani, è la specie di tartaruga marina più abbondante del Mediterraneo ed è anche l’unica specie nidificante lungo le coste italiane.
Le più importanti aree di riproduzione sono in Grecia, Turchia, Libia e Cipro.
Le zone di alimentazione più importanti attualmente note sono la piattaforma continentale tunisina, il mar Adriatico, lo Ionio, l’area tra le isole Baleari e il mare di Alboran, la piattaforma continentale egiziana la costa turca (Casale e Margaritoulis 2010).
l’area di nidificazione più importante in Italia è la parte ionica della Calabria meridionale (costa dei gelsomini) e siti minori si trovano nelle isole Pelagie e in Sicilia meridionale tuttavia le nidificazioni possono avvenire in un’area più ampia specialmente nell’Italia meridionale.
Tra le zone altamente frequentate ci sono anche lo Ionio meridionale, molto importante per l’accrescimento dei giovanili e la zona tra la Sicilia e la Tunisia.
La specie frequenta anche tutte le altre aree marine italiane anche se con minor abbondanza.
È una specie carnivora opportunista che modifica la propria alimentazione nel corso dello sviluppo. Durante i primi anni di vita, trascorsi in mare aperto, occupando prevalentemente lo strato superficiale della colonna d’acqua (ambiente epipelagico) si ciba di piccoli organismi che trova all’interno di chiazze galleggianti (patch). Successivamente, raggiunta la lunghezza di circa 35 centimetri, si sposta in ambito costiero per cibarsi di molluschi, echinodermi e altri animali poco mobili che popolano i fondali bassi e sabbiosi.
La transizione non è, però, definitiva: le tartarughe comuni, infatti, ripetutamente nel corso della loro esistenza possono alternare delle fasi di vita costiera ad altre di vita pelagica.
È un’abile nuotatrice, capace di immersioni fino a 150-160 metri di profondità, ed è in grado di memorizzare gli spot alimentari più ricchi e ritornarci anche dopo anni.
Dimensioni: nel Mediterraneo gli adulti possono raggiungere gli 80 centimetri di lunghezza del carapace ed un peso compreso tra 50 e 70 chilogrammi.
Il carapace è rosso-marrone, con 5 scudi vertebrali e 5 coppie di scudi costali mentre il piastrone è giallastro. La testa è molto grande, proporzionalmente maggiore rispetto alle altre specie di tartarughe marine, con mascelle poderose che utilizza per frantumare bivalvi e altri organismi di cui si ciba.
Sono presenti due paia di placche pre-frontali. I giovani hanno una carena dorsale dentellata che scompare con il tempo.
Come nelle altre specie di tartaruga marina, è possibile distinguere il sesso solo negli adulti, con il maschio che presenta una coda più sviluppata e le unghie degli arti anteriori più lunghe.
L’accoppiamento avviene in primavera, il picco della stagione riproduttiva è tra giugno e luglio. Depone fino a 150 uova in buche scavate nella sabbia.
La durata dell’incubazione dipende dalla temperatura e, mediamente nel Mediterraneo, è di circa 50 giorni. È sempre la temperatura della sabbia a stabilire il sesso della nidiata (quelle più calde produrranno proporzionalmente più femmine). Non è ancora certa l’età alla quale raggiungono la maturità sessuale, probabilmente attorno ai 20-25 anni.
La specie è cosmopolita di mari tropicali e subtropicali.
È presente come specie occasionale anche lungo le coste italiane del Mediterraneo.
È una specie carnivora opportunista che modifica la propria alimentazione nel corso dello sviluppo. Durante i primi anni di vita, trascorsi in mare aperto, occupando prevalentemente lo strato superficiale della colonna d’acqua (ambiente epipelagico) si ciba di piccoli organismi che trova all’interno di chiazze galleggianti (patch). Successivamente, raggiunta la lunghezza di circa 35 centimetri, si sposta in ambito costiero per cibarsi di molluschi, echinodermi e altri animali poco mobili che popolano i fondali bassi e sabbiosi.
La transizione non è, però, definitiva: le tartarughe comuni, infatti, ripetutamente nel corso della loro esistenza possono alternare delle fasi di vita costiera ad altre di vita pelagica.
È un’abile nuotatrice, capace di immersioni fino a 150-160 metri di profondità, ed è in grado di memorizzare gli spot alimentari più ricchi e ritornarci anche dopo anni.
Dimensioni: nel Mediterraneo gli adulti possono raggiungere gli 80 centimetri di lunghezza del carapace ed un peso compreso tra 50 e 70 chilogrammi.
Il carapace è rosso-marrone, con 5 scudi vertebrali e 5 coppie di scudi costali mentre il piastrone è giallastro. La testa è molto grande, proporzionalmente maggiore rispetto alle altre specie di tartarughe marine, con mascelle poderose che utilizza per frantumare bivalvi e altri organismi di cui si ciba.
Sono presenti due paia di placche pre-frontali. I giovani hanno una carena dorsale dentellata che scompare con il tempo.
Come nelle altre specie di tartaruga marina, è possibile distinguere il sesso solo negli adulti, con il maschio che presenta una coda più sviluppata e le unghie degli arti anteriori più lunghe.
L’accoppiamento avviene in primavera, il picco della stagione riproduttiva è tra giugno e luglio. Depone fino a 150 uova in buche scavate nella sabbia.
La durata dell’incubazione dipende dalla temperatura e, mediamente nel Mediterraneo, è di circa 50 giorni. È sempre la temperatura della sabbia a stabilire il sesso della nidiata (quelle più calde produrranno proporzionalmente più femmine). Non è ancora certa l’età alla quale raggiungono la maturità sessuale, probabilmente attorno ai 20-25 anni.
La specie è cosmopolita di mari tropicali e subtropicali.
I rari avvistamenti nel Mediterraneo fanno ipotizzare che si tratti di individui atlantici che, nel corso delle loro migrazioni trans-oceaniche, entrano nel Mediterraneo attraverso lo Stretto di Gibilterra e restano prevalentemente nella zona occidentale del bacino.
Si tratta di una tartaruga pelagica che predilige gli ambienti di mare aperto, avvicinandosi alla costa solo per la nidificazione o per ragioni alimentari. Non nidifica in Italia.
gli adulti possono superare 250 centimetri di lunghezza del carapace e 900 chili di peso. È la più grande tartaruga esistente, l’unica priva di guscio osseo.
Il carapace presenta 7 creste longitudinali ed è formato da piccole placche ossee disposte a mosaico, ricoperte da uno strato di pelle molto spessa di aspetto simile al cuoio. È di colore nero-bluastro con piccole macchie chiare.
Il piastrone è solcato da 5 carenature. Anche il becco, essendo privo della spessa copertura cornea, è diverso rispetto a quello delle altre tartarughe marine ed è dotato di cuspidi, superiormente a forma di W, utili per alimentarsi di organismi gelatinosi.
E’ possibile effettuare una donazione tramite bonifico bancario all’IBAN: IT 70J 01030 81320 000001929724
intestato a Blue Conservancy Onlus, Montepaschi di Siena – CodiceBIC/SWIFT (per bonifici dall’estero): PASCITM1RC6