MABB, acronimo di Marine Animal Biodiversity Bruv è un’iniziativa per valutare lo stato di salute della biodiversità marina di specifiche aree del Mediterraneo. Attraverso l’utilizzo di telecamere subacquee raccogliamo immagini e dati al fine di comprendere l’impatto delle attività umane sulla vita marina. Per ulteriori informazioni visita la pagina dedicata.
I risultati del 2023
Il 2023 ha visto l’inizio di questa nuova attività con lo scopo di quantificare e dimostrare in modo oggettivo la perdita di biodiversità a cui è sottoposto il Mediterraneo, in particolar modo, la zona del basso Jonio Reggino nell’area del Parco Marino “Costa dei Gelsomini”.
Grazie a decine di ore di registrazione effettuate con il sistema BRUV, siamo riusciti a documentare ampiamente l’impoverimento dei fondali che però, non è stato l’unico fenomeno che abbiamo osservato. La taglia dei pesci monitorati è risultata essere al di sotto della media, sintomo della troppa pressione da parte delle attività di pesca professionale.
Anche il famigerato vermocane, specie termofila da sempre presente nel mediterraneo, si è dimostrato essere in aumento sia a causa della mancanza di predatori naturali e sia per l’aumento delle temperature dell’acqua legate al cambiamento climatico che, sempre più di frequente, ci mostra il suo impatto sulla natura.
Pesca intensiva e regole non rispettate
Ci sembra evidente che le attività di pesca professionale, che in estate aumentano in vista della bella stagione, siano causa di un prelievo incontrollato ed altamente distruttivo per i fondali marini. Gamberi, scampi, merluzzi e triglie, sono solo alcune tra le specie più richieste che ogni giorno vengono pescate in quantità industriali provocando effetti collaterali incalcolabili per tutto l’ecosistema marino, bycatch incluso.
In particolare, lungo le coste del Parco Marino “Costa dei Gelsomini”, i pescherecci a strascico continuano incessantemente a trainare le loro reti catturando ogni forma di vita presente e distruggendo i fondali. In molti casi addirittura si spingono molto vicini alla costa, al di sotto dei limiti di legge, infrangendo ogni tipo di codice che regolamenta le attività di pesca.
Eppure, secondo alcuni fantasiosi portavoce del mondo della pesca, lo strascico sarebbe fondamentale per la vita sottomarina perchè solo “arando” i fondali si andrebbero a generare condizioni favorevoli per lo sviluppo dei pesci (teoria ampiamente confutata da numerosi studi scientifici a riguardo).
Nuovi obiettivi per il 2024
Per questo motivo, per la stagione 2024 vogliamo indagare in modo diretto sull’impatto di questa tecnica di pesca distruttiva, legale e molto diffusa nel mar mediterraneo che ogni anno porta sulle tavole più di un terzo del pesce consumato in Italia.
Continueremo a raccogliere dati nelle zone monitorate lo scorso anno per un quadro della situazione ancora più preciso con l’obiettivo di proporre delle misure per proteggere gli ecosistemi.
Siamo sempre stati convinti che per migliorare la situazione il cambiamento debba necessariamente partire da tutti noi e in questi anni di attività Blue Conservancy ha fatto di questa convinzione la propria missione.
Nel 2023 si sono imbarcati con noi più di 20 volontari che hanno deciso di seguirci e prendere parte alle attività del progetto (scopri come partecipare anche tu). Proteggere il mare significa anche conoscere quello che succede sotto la sua superficie per essere più consapevoli delle conseguenze delle nostre azioni.
Nel corso della stagione di monitoraggio pubblicheremo periodicamente aggiornamenti su questo sito, continuate a seguirci per restare aggiornati. Chi volesse sostenere questo progetto può contribuire con una donazione a questa pagina.