Negli ultimi anni l’attenzione dei media su argomenti riguardanti la natura sta aumentando sempre di più. Sempre più spesso si parla di biodiversità, un concetto tanto semplice quanto complesso.
La parola “Biodiversità” molte volte viene usata a sproposito. È sistematicamente accostata ad immagini strappalacrime di animali in difficoltà o di habitat danneggiati dall’inquinamento.
“Dobbiamo proteggere la biodiversità” è tra le frasi che oggigiorno sentiamo più spesso. Tanto da essersi conquistata un spazio nel nostro immaginario ma senza avere un’idea chiara in merito al significato vero e proprio del termine.
Quindi, prima di continuare a parlare degli sviluppi del progetto MABB, occorre fare un po’ di chiarezza.
che cos’è la biodiversità
Intuitivamente potremmo pensare che il termine biodiversità si riferisca alla varietà di forme di vita presenti in un determinato spazio, ed effettivamente questa potrebbe essere una giusta intuizione. Tuttavia sarebbe troppo limitata.
Il concetto di biodiversità è molto più ampio e descrive una diversità che si struttura su tre differenti livelli.
Biodiversità biologica: intesa come il numero di specie diverse che si trovano in una determinata area e che interagiscono tra di loro con l’ambiente circostante.
Biodiversità genetica: ovvero le differenze genetiche tra individui di una stessa specie; necessarie a mantenere i processi evolutivi di una specie.
Biodiversità ecosistemica: riferita ai diversi ambienti in cui la vita è presente come, ad esempio, una barriera corallina, una prateria di posidonia, un bosco o un fiume.
L’eventuale scomparsa di uno di questi ambienti porterebbe inevitabilmente all’estinzione delle specie che vi abitano, andando a causare un danno anche ai due livelli precedenti, ovvero il livello genetico e quello biologico. Risulta evidente come questi tre livelli siano inevitabilmente connessi tra di loro.
A cosa serve la biodiversità
Abbiamo visto quindi in che cosa consista la biodiversità ma a cosa serve proteggerla? Molto spesso passa il messaggio che si debbano proteggere animali, piante ed interi ecosistemi solo per una ragione puramente emotiva ed estetica. Ed in parte è anche vero, ma questo ci allontana dalla comprensione dei motivi pratici per cui è davvero importante mantenere alti livelli di biodiversità.
Le tartarughe marine sono un esempio concreto. Sono animali affascinanti che ci evocano un ricordo di familiarità perché sono state parte della nostra infanzia. Sono entrati nelle nostre case con cartoni animati e film.
Vedere una tartaruga marina spiaggiata o avvolta in lenze e reti da pesca scatena sicuramente un disagio emotivo. Questo disagio ci induce ad agire per proteggerle, ma ci allontana dal capire le motivazioni per cui è necessario che le tartarughe marine, come molte altre specie, non si estinguano.
Ruoli ed equilibri
Per essere più consapevoli bisognerebbe tenere in considerazione anche altri aspetti un po’ meno romantici ma molto importanti come, ad esempio, il ruolo ecologico svolto dalle diverse specie.
Le tartarughe marine, mangiando organismi gelatinosi, limitano le grandi “fioriture” di meduse che, nutrendosi delle larve di altri pesci possono influire negativamente sulla riproduzione di questi ultimi. Se i pesci diminuiscono, diminuisce la biodiversità con una conseguente perdita di servizi che il mare ci offre gratuitamente solo grazie alla varietà delle forme di vita che lo abitano.
I servizi Ecosistemici
Uno dei motivi principali per il quale è necessario lavorare al fine di mantenere alti livelli di biodiversità è legato alla qualità dei “servizi ecosistemici”. Ovvero tutta una serie di servizi che la natura ci offre gratuitamente e che garantiscono la vita sulla terra.
Un chiaro esempio di servizio ecosistemico è l’impollinazione. Questa regola il processo di riproduzione delle piante selvatiche e delle culture di cui ci nutriamo e avviene per mezzo di insetti impollinatori di diverse specie e che abitano in ambienti differenti.
Se l’attività umana intacca la salute degli ambienti in cui vivono gli impollinatori nonché la loro sopravvivenza, ad esempio attraverso l’utilizzo di pesticidi, si va incontro alla perdita di un servizio fondamentale per l’uomo.
I servizi Ecosistemici del mare
Allo stesso modo, sono molteplici i servizi ecosistemici che vengono offerti dal mare. Un esempio significativo è legato a quelli offerti dalle praterie di posidonia oceanica, un habitat marino importantissimo, che abbiamo regolarmente monitorato durante le attività del progetto MABB.
La Posidonia è una pianta marina endemica del mar mediterraneo, cresce formando praterie che svolgono diversi ruoli fondamentali per la vita sulla terra:
producono fino a 20l di ossigeno per metro quadrato ogni giorno; assorbono CO2; fanno da barriera naturale per fermare i processi di erosione costiera; sono l’habitat di moltissime specie di organismi che vivono, crescono e trovano riparo tra le foglie di questa pianta mantenendo gli equilibri e la funzionalità della prateria.
La perdita di biodiversità riduce la produttività degli ecosistemi
Una delle tante specie che abitano le praterie di Posidonia sono i ricci di mare. Ne esistono diverse specie e sono dei voraci erbivori pascolatori. Grazie al loro particolare apparato boccale raschiano e mangiano alghe e anche foglie e germogli di posidonia che crescono sulle rocce.
I ricci sono prede per saraghi, orate, dentici e tordi di grosse dimensioni; questi pesci, grazie alle loro potente bocca, possono distruggere gli aculei del riccio e nutrirsene.
Senza un adeguato numero di predatori le comunità di ricci andrebbero a moltiplicarsi a dismisura portando ad un fenomeno noto come desertificazione dei fondali rocciosi mettendo quindi a rischio l’esistenza della prateria stessa.
La riduzione della taglia e la scomparsa di questi pesci, quindi la perdita di biodiversità, porterebbe inevitabilmente ad uno squilibrio che nel lungo periodo andrebbe distruggere un habitat di estrema importanza.
Cercando di semplificre per quanto possibile, questi sono alcuni dei tanti motivi per cui è importante proteggere la biodiversità. Ed è per questo che Blue Conservancy è in prima linea con il progetto MABB per proteggere, monitorare e raccogliere dati in questi habitat.
Conoscere lo stato di salute della biodiversità di una determinata area, ci permette di proporre soluzioni alle autorità competenti, per conservare gli ecosistemi marini.
Testo di Edoardo De Pasquale
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